GLI SCENARI ECONOMICI
Il 2017 si è chiuso lasciando intravedere luci e ombre: un mercato altalenante, consumi stazionari, punti di vendita che proseguono la lenta curva di contrazione in atto da anni. I negozi specializzati in Italia, secondo i dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico, sono circa 11.000 nel 2017 con un calo del 3,8% rispetto all’anno precedente.
Le importazioni fanno registrare un trend in crescita per quasi tutti i prodotti, con l’eccezione delle posate inox che restano stabili. Crescono le importazioni di porcellana e ceramica (206 milioni di euro contro i 197 del 2016), di cristallo e vetro (200 milioni di euro contro i 184 del 2016), di Pentole inox (121 milioni di euro contro i 112 del 2016).
Come è iniziato il nuovo anno? La rilevazione del Sentiment delle imprese associate ART sul primo trimestre 2018 evidenzia un inizio con il freno a mano tirato per il 2018. Il primo trimestre dell’anno è stato infatti peggiore rispetto al medesimo periodo del 2017 per la metà dei rispondenti. Un terzo delle risposte segnalano viceversa un trend di crescita mentre per il 17% i due trimestri si sono equivalsi. A dispetto di quanto rilevato nella prima domanda, si deve osservare che la tendenza del fatturato relativa all’ultimo semestre si conferma in crescita secondo il 50% dei rispondenti (la stessa percentuale registrata tre mesi fa). Solo il 10% delle risposte indica un trend negativo. Pesa, probabilmente, una valutazione ponderata su un accettabile fine anno 2017 che ha compensato un inizio 2018 non all’altezza delle aspettative.
Questo avvio non brillante, oltre alla perdurante stasi sul fronte degli assetti istituzionali e di governo, influisce anche sulle sensazioni proiettate sull’intero esercizio 2018, che manifestano qualche segnale di preoccupazione soprattutto se confrontate con il dato previsionale espresso tre mesi or sono. Le aziende si dividono equamente tra chi prevede un anno migliore del precedente, chi lo prevede peggiore e chi lo ipotizza sostanzialmente sugli stessi livelli.
Per quanto concerne l’evoluzione di breve periodo del quadro economico generale, il 50% lo prevede in fase di crescita (identica percentuale di tre mesi fa), mentre il 30% è pessimista. La stabilità è ipotizzata dal 17%.
Cautela, estrema prudenza, clima di attesa: queste le sensazioni che emergono dal sondaggio trimestrale ART.
Commissione Europea – Eurozona rallenta. Stime Pil Italia a 1,3% in 2018. Si riaccende l’incertezza che pesa sulla crescita
La crescita dovrebbe rimanere forte nel 2018 e nel 2019 ma con tassi del 2,1% quest’anno e del 2% il prossimo anno sia nell’UE che nella zona euro.
Tuttavia, dopo cinque trimestri consecutivi di forte espansione, la ripresa economica ha frenato nel primo semestre del 2018 ed in base alle stime attuali la crescita dovrebbe essere inferiore di 0,2 punti percentuali alla previsione di primavera sia nell’UE che nella zona euro.
La crescita dovrebbe riprendere un po’ di slancio nella seconda metà di quest’anno, in un contesto in cui le condizioni del mercato del lavoro migliorano, l’indebitamento delle famiglie cala, la fiducia dei consumatori resta alta e la politica monetaria continua a sostenere la ripresa.
La Commissione Ue rivede al ribasso le stime sul pil dell’Italia: per il 2018 vengono limate a 1,3% (da 1,5% previsto a maggio) e nel 2019 a 1,1% (da 1,2% di maggio). “Sebbene l’economia italiana sia cresciuta di 0,3% nel primo trimestre 2018, solo poco meno del trimestre precedente, non è completamente sfuggita alla generale perdita di slancio delle economie avanzate”, quindi “l’attuale ripresa dovrebbe indebolirsi ma proseguire al di sopra del potenziale”, scrive Bruxelles nelle previsioni economiche estive. I rischi al ribasso sulle prospettive di crescita sono diventati più prominenti di fronte a una riaccesa incertezza di politiche a livello globale e domestico”: “A livello interno, ogni riemergere di timori o incertezze sulle politiche economiche, e il possibile contagio dei tassi più alti sui costi di finanziamento delle imprese, possono peggiorare le condizioni del credito e zittire la domanda interna”. La prospettiva del pil nella zona euro e nell’Ue nel 2018 è stata rivista a 2,1%.
Confcommercio – A luglio calma piatta per Pil e consumi
Sempre più concreto il rischio di un rallentamento dell’economia: a giugno l’indicatore dei Consumi Confcommercio è sceso dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,3% nei confronti dello stesso mese del 2017. Per luglio si stima una variazione mensile nulla del Pil e un aumento tendenziale dello 0,8%.
In un quadro congiunturale caratterizzato da luci ed ombre si fa “sempre più concreto il rischio di un rallentamento dell’economia”. Così l’Ufficio Studi confederale nell’ultimo numero di Congiuntura Confcommercio in cui stima, per luglio 2018, una variazione mensile nulla del Pil e un aumento tendenziale dello 0,8% (era 0,9% a giugno), in ulteriore rallentamento rispetto al primo trimestre. Nel secondo trimestre 2018 si prevede una crescita nulla del Pil in termini congiunturali, mentre il tasso di crescita tendenziale si dovrebbe attestare all’1%.